Non è nuovo alle cronache il nome di Vittorio Casale, celebre immobiliarista bolognese che opera soprattutto nelle città di Bologna, Milano e Roma in collaborazione con Unipol. Il manager dell’immobiliare Vittorio Casale si occupa di immobili del settore del lusso: aveva fatto discutere la vendita di un palazzo in piazza Parlamento a Roma e in piazza Castello a Milano. I problemi con la giustizia sono stati inerenti a plusvalenze da acquisti e vendite, mancato pagamento delle imposte dirette e dell’IVA.

Il Casale è chiamato anche “Re del Bingo“, fu proprio lui a importare in Italia il fenomeno del gioco del bingo e questa intuizione lo ha reso celebre in tutto il Bel Paese. Come dimostrato l’intrattenimento era un punto su cui l’imprenditore si focalizzava, alcuni rumors parlavano di un suo interesse per la squadra di calcio della Salernitana.
L’immobiliare e la finanza restano comunque l’attività predominante della sua biografia, Vittorio Casale è a capo della holding Operae e della società Immofinanziaria.

I problemi che hanno arrestato, in tutti i sensi, l’immobiliarista Casale si riferiscono alla bancarotta fraudolenta e alle operazioni di trading immobiliare che non sono stati considerati regolari. Secondo quanto emerso durante l’inquiesta della procura le società (ben 4) che facevano capo a Operae di cui era titolare Casale hanno dichiarato il fallimento dopo che negli anni tra il 2004 e il 2006 c’erano stati acquisti i importanti immobili, rivenduti poi con plusvalenze non dichiarate al fisco, evadendo per 20 milioni di euro. A seguire non sono state pagate le imposte dirette dovute e non è stata versata l’Iva come previsto dalla legge.

Un’esperienza che insegna molto a chi si affaccia a questo settore e che danneggia la professionalità e la correttezza dei tanti altri immobiliaristi importanti che sono presenti in Italia e che invece operano nel rispetto delle regole e della legge.